La Laguna dai “sette colori” – Bacalar
C’era una volta una laguna, che i Maya ribattezzarono dai “Sette Colori” per via delle sfumature di blu che assumono le sue acque a seconda della profondità. La laguna si trova nella città di Bacalar, a circa 2 ore e mezzo dalla città di Tulum, nello Stato del Quintana Roo, la parte meridionale della penisola dello Yucatan, vicino al confine con il Belize. Si tratta di una meraviglia poco conosciuta e ancora, per certi versi, incontaminata. L’acqua dolce della laguna si estende per km fino a sfociare nel mar dei Caraibi. Il punto di questo incredibile incontro viene chiamato “stretto dei pirati”, un tempo era infatti teatro di battaglie e ammutinamenti. Lungo la strada che costeggia la laguna si possono ammirare tanti piccoli moli, alcuni sono ad accesso libero e vi si trovano spesso bambini giocare, altri sono collegati a dei ristoranti. Noi siamo scese in uno di questi e abbiamo pranzato osservando quel paesaggio fuori dal tempo che si stagliava davanti ai nostri occhi. Quel giorno c’era vento ed era molto nuvoloso, l’acqua della riva non sembrava così azzurra, ma non ci siamo fatte perdere d’animo. Abbiamo prenotato per il giorno seguente un’escursione in catamarano tramite il nostro albergo. Il mattino all’ora fissata per la partenza ci sono venuti a prendere con un colectivo che ci ha portato direttamente nel porticciolo dal quale saremmo dovuti partire. Eravamo un gruppo di una decina di persone, il catamarano sembrava molto grande e accogliente. Appena prese il largo siamo rimasti tutti senza parole. L’acqua dolce della Laguna era di un turchese intenso, a tratti così bassa che arrivava sotto il ginocchio. Non c’erano onde e intorno a noi regnava il silenzio. Bajalar è infatti un paradiso non ancora toccato dal turismo di massa. Questo consente alla laguna di conservare il suo fascino un po’ grezzo, puro e forse un pò naif, ma questo è forse ciò che lo rende un posto magico. Durante le soste in catamarano, ci tuffavamo in acqua, ma in alcuni punti era così bassa che era difficile nuotare. La sabbia era bianca e particolarmente ricca di zolfo, tanto che ci è stato consigliato di spalmarcela addosso per fare dei fanghi naturali. Abbiamo trascorso la giornata così, facendoci cullare un po’ dal vento e un po’ dall’acqua, fin quando non siamo arrivati nei pressi di un grosso cenote. Qui l’acqua si faceva improvvisamente più scura, di un blu intenso. La profondità di quel cenote – ci spiegarono – era di migliaia di metri. Il solo pensiero faceva impressione, ma ne valse comunque la pena. Tre sono i cenote che si possono incontrare a Bacalar e alcune migliaia quelli che attraversano la penisola dello Yucatan. Oltre a questo cenote, ne abbiamo visitato un altro. Era così grande che sembrava un lago, anche in questo caso le acque erano profondissime e scure, in alcuni punti si potevano ammirare anche delle ninfee.