Chi siamo
Chiara Carletti
Sono un’antropologa di strada o almeno così amo definirmi. Non ho mai trovato particolarmente confortevoli le mura accademiche, non più comunque di quanto lo sia una distesa di sabbia in mezzo alla savana. Sono cresciuta nella convinzione profonda che tutti possono insegnarci qualcosa, nel bene e nel male, così ho fatto dell’ascoltare l’altro il mio mestiere, del viaggiare la mia vocazione. Sono curiosa e l’incontro, il confronto e il dialogo sono i pilastri della mia vita. Una vita che definirei eclettica e, forse, anche un pò inquieta: alla continua ricerca di qualcosa da afferrare, comprendere o anche solo osservare. Quando questo accade, mi piace raccontarlo.
Maria Alba Sorbi
Sono un’ortottista, ovvero tutti i giorni mi occupo degli occhi, dei “vostri” occhi, nello specifico della loro salute. Se ci pensate l’occhio è molto simile ad una macchina fotografica e quindi tra le mie passioni non poteva di certo mancare la fotografia: catturare immagini, provare piacere nell’osservarle e rielaborarle, accostarle ad un pensiero, al ricordo di giorni passati ad ammirare il mondo là fuori, sono tutte cose che mi emozionano. Come mi emoziono ogni volta che osservo lo sguardo di chi fotografo, quando provo a catturare la sua essenza. Qualcuno diceva che per essere dei bravi fotografi ci vuole tanta pazienza, ne sono convinta. Non bisogna avere fretta, l’attimo che vogliamo catturare arriva all’improvviso. In quel momento scatta qualcosa dentro di noi, e la mano fa il resto.
Cosa facciamo?
A differenza degli innumerevoli blog di viaggi che il web offre, noi non vogliamo offrire solo notizie pratiche su come arrivare in un certo luogo, come spostarsi, dove alloggiare e cosa vedere, ma vogliamo dare al lettore una visione di quel luogo e del popolo che lo abita che va oltre la solita guida di viaggio. La nostra è una visione “diversa”, da qui il nome del sito, perché più umana. Umana nel senso che è la nostra visione: quello che abbiamo sentito, visto o vissuto nel momento in cui salivamo, ad esempio, la Piramide del Sole a Teotihuacan, ma anche cosa rappresentava quella città o quella piramide per gli abitanti dell’epoca, così come per i teotihuacani di oggi. Ci interessa il loro pensiero, non solo cosa pensiamo noi di loro. C’è una differenza sottile, ma sostanziale.
Vogliamo capire e raccontare perché in quel posto le persone si vestono in un modo piuttosto che un altro, perché pregano quel dio, cosa rappresenta per loro, quale significato ha oggi quel particolare culto o cosa rappresentava un tempo, ma anche – e questa forse è la cosa più affascinante – ci piace provare ad intuire e catturare ciò che si nasconde dietro uno sguardo, un sorriso, una smorfia dettata dal dolore o dalla fatica… Vorremmo dar voce a gente che non ne ha, perché crediamo che ci sia sempre una storia diversa da raccontare. Spesso non è possibile farlo, quando non ci riusciamo ci piace comunque provare ad immaginare la storia di chi sta di fronte al nostro “obiettivo”, ricercando in una fotografica le possibili risposte alle nostre domande.