Le isole Karimunjawa – Indonesia | Guida fai da te

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25 Luglio 2019

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo paradisiaco, in stile Laguna Blu, con spiagge bianche e acqua cristallina… Non ci riferiamo alle Maldive, troppo scontate e forse ormai troppo turistiche. Esiste un arcipelago di isole al largo dell’isola di Giava che risponde perfettamente all’idea di paradiso perduto. Sono le isole Karimunjawa, in Indonesia!

Le cose da dire su queste meravigliose isole sono molte, proveremo come sempre a raccontarvi le nostre impressioni sulle bellezze, così come sulla cultura e le tradizioni del luogo. Mentre lo faremo, cercheremo anche di  darvi delle informazioni più pratiche per poterle visitare e godere anche voi di queste spiagge incontaminate. 

Iniziamo subito con un paio di consigli: l’alta stagione alle Karimunjawa va da Maggio a Ottobre, noi ci siamo andate nel mese di Agosto e la temperatura era ideale: caldo, ma leggermente ventilato. Per mancanza di tempo abbiamo potuto trascorrere su queste isole solo 5 notti, tornassimo indietro rimarremmo almeno il doppio! Certo, se cercate spiagge con movida fino alle 5 del mattino, musica e discoteche, allora non è sicuramente il posto che fa per voi. Ma se desiderate un po’ di pace e tranquillità dopo un anno di duro lavoro, se siete amanti del mare, della natura incontaminata, del viaggio “lento” e delle culture “altre”, di quei luoghi non ancora deturpati dal turismo di massa, allora programmate una tappa alla Karimunjawa durante il vostro viaggio in Indonesia, ne rimarrete estasiati.

Cosa c’è da sapere sulle Karimunjawa?
 
Come raggiungere le isole?

Raggiungere le isole Karimunjawa non è semplicissimo, ma nemmeno così proibitivo. Quando abbiamo deciso di organizzare il viaggio in Indonesia, abbiamo fatto un elenco dei posti che volevamo assolutamente vedere. Avevamo circa venti giorni a nostra disposizione e le nostre priorità sono state: Bali e l’Isola di Giava. Non volevamo però farci mancare il mare, così abbiamo iniziato a cercare delle alternative alle classiche e turistiche Isole Gili al largo del Lombok. Siamo così incappate, grazie alla Lonely Planet, alle isole Karimunjawa. Sono bastate poche foto per convincerci. Mai scelta fu più azzeccata!

 

 

Il modo più diretto e veloce per raggiungere le isole è tramite un traghetto della compagnia Express Bahari che parte dal porto di Jepara o da quello di Semarang e porta sull’isola principale, Pulau Karimundjawa. Abbiamo prenotato i biglietti sul posto in pieno agosto, farlo dall’Italia è impossibile in quanto non esiste un sito internet della compagnia. Per arrivare quanto più velocemente a Semarang, abbiamo preso un volo interno, prenotato all’ultimo minuto, che ci ha portato dal Bromo, nello specifico dall’aeroporto più vicino che è quello di Surabaya, a quello di Semarang. Un taxi ci ha poi condotto direttamente al porto della città da dove abbiamo preso un traghetto veloce.

Consigli pratici

Due consigli: se soffrite di mal di mare, prendete della xamamina o qualcosa del genere, ce ne sarete grati! Vi consigliamo anche di acquistare i biglietti VIP al costo di 175.000 rupie, leggermente più costosi degli altri, questi vi consentiranno di stare nella parte anteriore della nave che è molto più confortevole rispetto all’altra. Unica nota dolente, l’aria condizionata fortissima.

 

 

 

 
Dove dormire a Karimunjawa?

L’arcipelago delle Karimunjawa è composto da 27 isole coralline, la maggior parte delle quali sono disabitate. Solo in due di queste si possono trovare strutture turistiche: la prima è Pulau Menyawakan, dove si trova il bellissimo  Kura Kura Resort, l’altra è l’isola  Pulau Karimundjawa, dove si trovano tutte le strutture più accessibili.

Dopo aver valutato diversi hotel e aver visto che i migliori erano ovviamente già stati già prenotati, abbiamo optato per il Java Paradise Resort, nel 2018 ancora per metà in costruzione. Se optate per la nostra stessa scelta, sappiate che quando siamo andate noi la colazione era pessima, la camera non particolarmente pulita, ma è bastato sollecitare la reception e sono venuti a sistemarla. Per gli standard indonesiani potremmo dire che potrebbe essere un buon bungalow, specie se scegliete le strutture in legno. Sono le più belle e accoglienti. Sicuramente sono ben amalgamate con l’atmosfera del posto.

 

 

 
Come spostarsi alle Karimunjawa?

Poco lontano dall’hotel, abbiamo noleggiato due scooter con i quali spostarci. Il costo del noleggio è molto basso, di circa 5 € al giorno. Fare benzina è inoltre un’esperienza che vi consigliamo, non ci sono distributori come noi li immaginiamo, ma solo uomini e donne che escono dalle loro case con un imbuto e una bottiglia piena di benzina e ti fanno un pieno con 2€ circa. In meno di mezza giornata si può visitare tranquillamente tutta l’isola, passando dalle spiagge più belle alle foreste di mangrovie. Noi l’abbiamo fatto un paio di volte e in entrambe le occasioni ci siamo fermati a Sunset beach

 

 

 
Dove mangiare alle Karimunjawa?

Facciamo una premessa, il cibo indonesiano non ci ha fatto impazzire. Dopo due settimane di Nasi Goreng o Mie Goreng, ci uscivano dalle orecchie! Soprattutto perché sono piatti solitamente molto piccanti e dopo un po’ il tuo stomaco avrebbe bisogno di una minestrina! Stare su un’isola ha però il vantaggio che puoi mangiare tutto il pesce fresco che vuoi. Spesso ci capitava a pranzo di stare su una spiaggia semi-deserta e di mangiare del pesce appena pescato e grigliato al momento. Sono pesci dalle forme e i colori variopinti quelli indonesiani, che hanno ovviamente anche un sapore diverso dal nostro. Senza dubbio vanno provati, poi l’idea di adattarci alle abitudini del posto ci piaceva e ci faceva sentire un po’ dei Robinson Crusoe. 

I ristoranti che abbiamo provato e che ci sentiamo di consigliarti sono: l’Amore Cafè, affacciato sul porto, circondato da un giardino ben curato, dall’atmosfera rilassante. Qui trovate un po’ di tutto, sia carne che pesce, ovviamente sono tutti piatti tipici indonesiani.

 

Il mercato del pesce Alun-Alun

Vicino al porto c’è poi una specie di campo dove i bambini del posto si riuniscono per giocare a calcio. Questo è circondato da bancarelle, alcune vendono oggetti e souvenir, altre – quelle più vicine al centro del villaggio – espongono il pescato del giorno e te lo cucinano all’istante sulla griglia. Decidere di mangiare in questo mercato è ovviamente una scelta molto spartana e audace, ma se anche voi verrete conquistati dallo spirito del luogo o avete per vostra natura un’indole, come dire, antropologica, allora non potete perdervelo!

Abbiamo provato anche altri ristoranti, ma in tutta sincerità non ci ricordiamo i nomi. Uno si spacciava per ristorante italiano, ma la sola cosa vagamente simile al nostro cibo, erano delle pizze fatte su un forno a legna. 

 

 

Le migliori spiagge di Karimunjawa

Come vi accennavamo sopra, le spiagge più belle dell’isola di Karimun – come la chiamano i locals – sono Sunset Beach e Annora, entrambe raggiungibili con 10 o 20 minuti di scooter.

A noi è piaciuta particolarmente Sunset Beach, tanto che ci siamo tornati più di una volta. La spiaggia, oltre ad essere molto bella – con mare cristallino e barriera corallina che inizia a meno di 10 metri dalla spiaggia, sabbia bianca, palme, ecc… – è frequentata da poche persone, tanto che si riescono a trovare senza difficoltà angoli di totale silenzio e privacy. All’entrata della spiaggia, è possibile trovare i famosi warung, dei banchetti che vendono cibo in cui puoi sederti e pranzare in tutta tranquillità. 

 

Le spiagge sono pulite, al contrario di altri luoghi che nell’immaginario paiono incantevoli, Cuba ad esempio, non abbiamo trovato nelle spiagge plastica, bottiglie o altra sporcizia a deturpare il paesaggio. Solo in un’altra isola, una di quelle che abbiamo visitato grazie ad un tour organizzato, abbiamo di tanto in tanto raccolto qualche pezzetto di plastica, ma niente di drammatico.

 

Se leggete questo blog, immaginiamo che siate viaggiatori consapevoli e rispettosi, ma è sempre bene ribadire che non va mai gettata plastica o altra immondizia in mare né a terra. Rispettiamo la natura perché fino a prova contraria questo è il pianeta più bello che abbiamo ed è nostro dovere lasciarlo quantomeno come prima di noi – i nostri nonni e antenati – ce lo hanno consegnato. 

Oltre a Sunset Beach, abbiamo scelto di dedicare due giornate a delle escursioni organizzate in alcune isole vicine. Se le due spiagge di Karimun ci erano piaciute tantissimo, le altre ci hanno lasciato letteralmente a bocca aperta. Mai visto niente di più bello nella nostra vita. Lingue di sabbia in mezzo al mar di Giava, coralli in riva al bagnasciuga, pace, silenzio, una barriera corallina incredibile: mondi sommersi con coralli dalle forme più strane e pesci dai colori sgargianti.  Alcune ricerche sostengono che nel mar di Giava siano presenti circa 250 specie di pesci e 100 specie di coralli, effettivamente la ricchezza marina che si vede a colpo d’occhio, è impressionante. Insomma, se amate lo snorkeling, questo è il posto che fa per voi! 

 

 

 

Quanto costa una gita in barca?

Ci sono molte guest house o ostelli del posto che organizzano gite in barca, basta fare una passeggiata lungo le vie del centro e fermarvi in quello che vi convince di più. il costo per una gita di una giornata su una barca con una decina di persone è di circa 200.000 rupie, ovvero 12 €. Il tour offre, oltre al trasporto, la visita ad almeno 2-3 spiagge/isole diverse, pranzo su una di queste, acqua, frutta e l’utilizzo dell’attrezzatura per fare snorkeling.

Poiché la prima gita ci era piaciuta così tanto, la seconda volta abbiamo deciso di godercela ancora di più, optando per una barca privata al costo di circa 300.000 rupie a persona. Assolutamente meritate!

 

 

Qualche nota culturale per concludere

La popolazione su queste isole non supera i 10.000 abitanti, si tratta perlopiù di pescatori, gente che vive di pesca o allevamento di alghe marine. Come la maggior parte degli abitanti dell’Indonesia, la religione più diffusa è quella mussulmana. Bali rappresenta l’eccezione più significativa, l’isola è infatti riuscita a conservare la propria tradizione induista e a preservare i suoi meravigliosi templi, ancora oggi frequentati da locali, ma anche da persone provenienti da tutto il mondo che vanno alla ricerca di una spiritualità più consapevole e autentica.

Nonostante l’isola di Giava sia una repubblica presidenziale, lo Stato appare piuttosto militarizzato e la religione mussulmana, specie su queste isole, è predominante. Lo si può vedere dalle numerose moschee che si trovano in svariati punti dell’isola principale. Gli orari di preghiera sono i classici previsti dall’Islam, vi capiterà spesso di ritorno dal mare, intorno alle 17:00 (ecco, la nota dolente è che in queste isole e in generale in Indonesia il sole tramonta presto), di sentire il muezzin pregare dal proprio minareto. Grazie ad un megafono le sue parole e la litania che le accompagna si diffondevano per tutto il centro dell’isola.

 

 

Le scuole e l’educazione ricevuta è basata su una disciplina rigorosa e austera, ci è capitato un paio di volte di vedere delle classi di ragazzi e ragazze marciare sotto lo sguardo vigile dei militari. Ecco, quando noi italiani vediamo studenti muoversi al passo dell’oca, un po’ di tristezza ci pervade. Tutto il resto, vi assicuriamo, è meraviglioso!

 

 

Per concludere vi lasciamo il video con le varie tappe del nostro viaggio in Indonesia! Buona visione e, se avete consigli da darci o informazioni da condividere con noi, non esitate a lasciarci qualche commento 🙂

 

 

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Florence

Questo non vuole essere un semplice blog di viaggi. Ci sono infatti modi diversi di viaggiare e di osservare. Il nostro è un viaggiare lento, che ci consente di cogliere punti di vista differenti. Soffermarsi su un dettaglio, un volto, il colore di un abito o di una pietanza, un rito o un semplice gesto, a volte ci dice molto più di quello che pensiamo di sapere. Proveremo a raccontarvi il mondo così com'è, attraverso l'obiettivo curioso di una macchina fotografica e lo sguardo attento di un'antropologa. In fondo, si sa, che conoscere l'altro è anche un modo per comprendere meglio noi stessi.

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